La valutazione dell'azienda e delle partecipazioni nella nuova disciplina dei Patti di famiglia
La valutazione dell'azienda e delle partecipazioni nella nuova disciplina dei Patti di famiglia
di Roberto D'Imperio
Segretario del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti
Marco Pezzetta
Componente del Direttivo della Fondazione Aristeia
Claudio Siciliotti
Consigliere Nazionale dei Dottori Commercialisti

Premessa

La nuova disciplina sui Patti di famiglia merita una particolare attenzione, in particolare per il fatto di introdurre nel sistema normativo del nostro Paese un nuovo strumento di pianificazione del passaggio generazionale della proprietà e del governo delle imprese.

è evidente che, in un sistema economico come quello italiano, caratterizzato da una elevata presenza di capitalismo c.d. «familiare» e da una elevata coincidenza fra proprietà e direzione delle imprese, la novità introdotta dal legislatore non può lasciare indifferenti gli operatori del sistema stesso: gli imprenditori e le loro associazioni di categoria, i professionisti chiamati ad utilizzare questi nuovi strumenti (in primis Notai e dottori commercialisti) e gli operatori del mercato dei capitali (in primis le banche e le altre istituzioni finanziarie, chiamate a sviluppare prodotti adatti alle nuove operazioni di finanza straordinaria che saranno generate dall'applicazione dei Patti di famiglia).

Il dottore commercialista è coinvolto dalle operazioni in esame in un primo momento nella fase di progettazione e di pianificazione del passaggio generazionale e, qui, è chiamato a dispiegare le sue conoscenze interdisciplinari e la sua sensibilità al fine del miglior utilizzo possibile del Patto di famiglia. Si tratta, infatti, di :

· affiancare gli imprenditori nella individuazione del successore più adatto fra diversi legittimari;

· di identificare il sistema di governance dell'impresa più consono al passaggio generazionale, al fine di non lasciare in balia di se stesso il nuovo leader ma, nel contempo, di garantire un opportuno controllo, almeno nelle prime fasi, rispetto alla congruità delle scelte strategiche da lui effettuate;

· di individuare gli strumenti (patrimoniali e di impegno o vincolo morale) atti a tutelare l'integrità dei rapporto in seno alla famiglia dell'imprenditore, per evitare che scelte volte a garantire la continuità aziendale minino la continuità familiare;

· di contemperare equamente le istanze di tutti i portatori di interessi nei confronti dell'azienda, in primis quelle dei lavoratori dipendenti, per evitare che le operazioni di passaggio generazionale e di finanza straordinaria da esse generate si tramutino in un pregiudizio dei diritti e delle prospettive di lavoro delle risorse umane.

Nella successiva fase di redazione del Patto di famiglia, dove rilevantissimo diviene l'apporto del Notaio, il dottore commercialista svolge una seconda e, forse, anche più delicata fase: quella della valutazione dell'azienda e/o delle partecipazioni oggetto di trasferimento dal disponente al beneficiario del patto. è proprio su questa seconda fase che si concentra massimamente il presente contributo, la cui tecnicità verrà opportunamente tarata al fine di renderne i contenuti pienamente fruibili per un lettore non esperto di materie economico-aziendali.

Sulla necessità della valutazione dell'azienda o delle partecipazioni trasferite

La necessità dell'intervento di un esperto di valutazioni nei Patti di famiglia emerge chiaramente dalla lettura dell'art. 768-quater c.c. in base al quale: «Gli assegnatari dell'azienda o delle partecipazioni societarie devono liquidare gli altri partecipanti al contratto, ove questi non vi rinunziano in tutto o in parte, con il pagamento di una somma corrispondente al valore delle quote previste dagli articoli 536 e seguenti; i contraenti possono convenire che la liquidazione, in tutto o in parte, avvenga in natura».

è evidente quindi che se dalla stipula del Patto di famiglia consegue per il beneficiario l'obbligazione di liquidare il controvalore in denaro (o in natura) della quota parte dell'azienda o delle partecipazioni che altrimenti sarebbero cadute in successione agli altri legittimari, la quantificazione di detto controvalore è diretta conseguenza della valorizzazione dell'azienda o delle partecipazioni a lui assegnate.

Pur non essendo esplicitamente richiesta dalla legge, la redazione di una perizia di stima da parte di un esperto, appare necessaria per palesi motivi di prudenza e opportunità, oltre che per consentire la massima oggettività possibile alle conseguenze patrimoniali del Patto di famiglia, anche tenuto conto delle vicende successive che potrebbero conseguirne, in ragione dei diritti comunque garantiti dalla legge ai legittimari non intervenuti al Patto (sopravvenuti o meno che siano).

Ecco allora che il ruolo dei dottori commercialisti in questa fase dell'operazione di pianificazione o realizzazione del passaggio generazionale emerge in tutta la sua importanza, anche in ragione delle riserve di attività attribuite a questa categoria professionale dal D.lgs. n. 139/2005 in materia di valutazioni aziendali ed economiche in genere.

Sulle finalità della valutazione in seno ai Patti di famiglia

La finalità della valutazione nel contesto in esame è quella di identificare il valore del capitale dell'impresa oggetto di attribuzione al beneficiario sotto forma di trasferimento (dal punto di vista giuridico) dell'azienda o delle partecipazioni rappresentative del possesso dell'azienda.

Al fine di sgombrare il campo da un possibile equivoco, appare utile accennare brevemente alla circostanza che in economia aziendale i termini impresa e azienda sono impiegati per descrivere oggetti diversi da quelli che dette locuzioni descrivono in diritto. Nel diritto commerciale, infatti, l'azienda, ai sensi dell'art. 2555 c.c. «è il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa»; essa si pone quindi in funzione strumentale rispetto all'impresa, ne è un elemento ed è posta, sotto il profilo logico, in una posizione quasi subordinata ad essa. In economia aziendale, al contrario, l'impresa rappresenta solo una delle tipologie possibili di azienda: si pensi solo alla circostanza che anche la famiglia, in tale scienza, è considerata una azienda (di consumo e non di produzione, come è invece l'impresa).

Alla luce di queste sintetiche (e forse semplicistiche) considerazioni, appare quindi chiaro perché sopra si è detto che la finalità della valutazione è la stima del capitale dell'impresa, in quanto in detto momento l'attività professionale del dottore commercialista si applica nell'ambito delle scienze economico aziendali, indipendentemente dal nomen juris attribuito dal legislatore all'entità patrimoniale oggetto di assegnazione da disponente a beneficiario.

Chiarito quindi che finalità della valutazione è il capitale, occorre identificare la configurazione di capitale che lo stimatore deve individuare nel caso di specie.

In economia aziendale si distinguono diverse configurazioni di capitale (netto); le principali (almeno ai fini del presente elaborato) sono:

· il capitale netto di funzionamento, che coincide con il capitale netto contabile individuato dal bilancio come conseguenza della determinazione del reddito di esercizio;

· il capitale di liquidazione, derivato come differenza fra i valori di realizzazione delle attività e quelli di estinzione delle passività;

· il capitale economico, che è definibile come la configurazione di capitale che viene calcolata quando l'impresa è oggetto di trasferimento da un soggetto economico a un altro.

Da quanto sopra esposto emerge con evidenza che nel caso di specie la configurazione rilevante è quella del capitale economico: ancorché in seno a un medesimo nucleo familiare, infatti, i Patti di famiglia comportano il trasferimento dell'impresa dal disponente (precedente soggetto economico) al beneficiario (nuovo soggetto economico).

L'analisi fin qui condotta non è però sufficiente a circoscrivere l'accezione di capitale rilevante. Va infatti evidenziato che il capitale economico non necessariamente (anzi quasi mai) coincide con il prezzo di scambio dell'impresa. Il primo infatti è un valore determinato con un processo di astrazione che non necessariamente deve tenere conto dei fenomeni che concorrono a definire il prezzo, quali, ad esempio, il potere contrattuale delle parti, le rispettive finalità, i termini e le modalità di pagamento, e così via.

A ben vedere, con i Patti di famiglia, l'imprenditore disponente tende a sottrarre l'azienda o le partecipazioni dal mercato: egli desidera, infatti, garantirne la continuità gestionale, individuando il suo successore nella conduzione, ed evitando che il frazionamento della proprietà porti alla conseguenza della ingovernabilità dell'impresa e, quindi, alla necessità della sua cessione sul mercato, cosa che avrebbe maggiori probabilità di accadere se si aprisse, sic et simpliciter, una successione in presenza di una molteplicità (ed eterogeneità) di legittimari.

Da ciò la considerazione che, probabilmente, lo stimatore dell'azienda o delle partecipazioni deve determinarne il capitale economico avendo come obiettivo quello di giungere non tanto (per usare una terminologia propria della dottrina economico aziendale internazionale) alla individuazione del fair market value, quanto piuttosto del fair value, identificando quindi un valore che sia slegato tanto dalle prospettive e dagli obiettivi del beneficiario (che potrà attuare strategie diverse da quelle del proprio predecessore, con conseguenti effetti sul valore del complesso aziendale), quanto dalle condizioni contingenti del mercato in cui l'azienda o le partecipazioni potrebbero trovare realizzo.

Sulle metodologie di valutazione utilizzabili

Le considerazioni che precedono dovrebbero indirizzare anche la scelta del metodo di valutazione da impiegare, sconsigliando (ove possibile, ovviamente, senza voler fornire indicazioni preclusive in senso assoluto), il riferimento a metodologie direttamente connesse al mercato dei capitali (multipli di borsa, multipli di indicatori di performances aziendali, transazioni comparabili, etc.), per preferire invece metodologie più analiticamente tarate sulla specificità della realtà aziendale oggetto di stima.

In tal senso, ritengo che verranno in linea di principio preferite metodologie "classiche", quali quelle patrimoniali o miste, con stima autonoma dell'avviamento, in quanto più rispondenti alle finalità e alle caratteristiche delle operazioni al cui servizio la valutazione si pone e, non ultimo, in quanto meno slegate a fenomeni contingenti di mercato e quindi, giustificabili e ricostruibili nelle loro variabili chiave anche a posteriori, fattore questo particolarmente rilevante se si fa mente locale alle vicende che nel tempo la validità e l'efficacia sostanziale del Patto di famiglia potrebbero subire.

In sede di valutazione, inoltre, alcune particolari attenzioni andranno prestate alla circostanza che nelle imprese a capitale familiare esiste, spesso, un fenomeno "osmotico" di trasferimento di interessi prettamente familiari nell'ambito aziendale; si pensi solo alla frequenza con cui vengono considerati fattori di produzione propri dell'impresa, beni che in realtà sono a servizio di interessi prettamente familiari: gli automezzi, per citare un esempio banale ma, ritengo, incontrovertibile.

Infine merita un particolare accenno la problematica della valutazione delle partecipazioni.

Oggetto del Patto di famiglia, infatti, potrebbero essere, astrattamente (o, meglio, stando alla lettera della legge), anche partecipazioni di minoranza, che, in ragione delle clausole statutarie o dell'applicazione del codice civile, non garantiscono alcuna influenza sul governo dell'impresa e che, quindi, potrebbero subire l'applicazione di uno sconto di minoranza, con l'effetto di attribuire loro un valore meno che proporzionale rispetto alla percentuale di capitale nominale da esse rappresentato.

Al contrario, occorrerà prestare attenzione alla opportunità di attribuire un premio di maggioranza alle partecipazioni oggetto di trasferimento che integrano in capo al beneficiario il controllo dell'impresa.

PUBBLICAZIONE
» Indice
» Approfondimenti