La funzione del notaio nella circolazione dei beni culturali - Introduzione
Introduzione

L’interesse e l’attenzione del Notariato italiano verso la complessa tematica dei beni culturali, con particolare riguardo al regime della circolazione dei beni immobili, ben si comprende alla luce della rilevanza anche quantitativa e della diffusa distribuzione geografica del patrimonio storico-artistico nel nostro Paese.

Il Notariato italiano, anche in parallelo all’evoluzione normativa e giurisprudenziale che ha visto susseguirsi, in particolare, la L. 1089 del 1939, l’art. 9 della Costituzione, indi il testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali (D.lgs. n. 490 del 29 ottobre 1999), ove erano contenute le diverse norme in materia, testo unico poi abrogato a seguito dell’entrata in vigore del codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004), è tornato ciclicamente ad occuparsi di beni culturali, attraverso studi, pubblicazioni convegni, seminari.

Già tale constatazione fa comprendere la rilevanza applicativa delle sottostanti problematiche giuridiche connesse alla nozione di bene culturale, alla sua individuazione in assenza di una completa e univoca catalogazione, alle complesse e differenziate regole di circolazione applicabili, a seconda dello statuto del soggetto proprietario.

Sulla “scrivania” del notaio teoria e prassi devono trovare una sintesi ed un equilibrio necessari ad una efficiente, ma al contempo sicura circolazione dei beni e diritti, specie di quelli che sono espressione e risultato di una cultura che affonda le sue radici nel tempo e la cui tutela è costituzionalmente garantita.

L’analisi del regime giuridico dei beni culturali è sovente condotta da studiosi e operatori del settore pubblico-amministrativistico, meno dai cultori del diritto privato.

In realtà lo “statuto” dei beni culturali è per sua natura una trama nella quale diritto civile e diritto amministrativo, diritto ecclesiastico e diritto canonico, diritto penale e ordinamento del Notariato, legislazione urbanistica e diritto tributario si intersecano dando luogo ad un ordito che richiede al giurista notaio una solida competenza interdisciplinare ed un sapiente utilizzo delle tecniche contrattuali più adeguate per una informata e sicura circolazione del bene culturale, specie immobiliare.

In quest’ottica di interdisciplinarietà, è stato volutamente concepito il convegno di studi promosso dalla Fondazione Italiana del Notariato, in collaborazione con il locale Consiglio notarile distrettuale, dal titolo “La funzione del notaio nella circolazione dei beni culturali”, convegno tenutosi il 21 e 22 aprile 2012 in una città d’arte per eccellenza, Ferrara, città che l’Unesco, diversi anni fa, ha inserito nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità quale città del Rinascimento.

Il presente volume raccoglie le relazioni scientifiche e gli interventi svolti in occasione di tale Convegno che ha visto accademici, magistrati, notai, commercialisti e dirigenti del Mibac confrontarsi sulle criticità della normativa in tema di beni culturali e sulle possibili soluzioni applicative, in un’ottica antiprocessuale, di carneluttiana memoria.

L’angolo prospettico dal quale la materia è stata trattata, come si evince dal titolo del convegno, è stato quello della funzione del notaio, pubblico ufficiale e libero professionista, nella circolazione dei beni culturali.

Il volume si apre con la relazione di un docente universitario e noto avvocato amministrativista sulla fisionomia del bene culturale, relazione nella quale, partendo da una selezione di casi tratti dall’esperienza del contenzioso amministrativo, viene indagata la posizione giuridica soggettiva della P.A. in ordine ad un bene vincolato oggetto di contrattazione.

La seconda relazione svolta dal Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna è tutta incentrata sul delicato problema della verifica dell’interesse culturale ai sensi dell’art. 12 del codice dei beni culturali e del paesaggio, verifica che tanti interrogativi ha suscitato nel ceto notarile e sulla quale il legislatore è intervenuto dapprima nel 2011 elevando a settanta anni la soglia di vetustà di un immobile che fa scattare il procedimento di verifica in oggetto, indi nel 2012 (D.l. 5/2012 conv. in L. 35/2012) al fine di semplificare e accelerare, nelle dismissioni immobiliari pubbliche, le procedure di verifica dell’interesse culturale da espletarsi ai sensi dell’art. 12 del suddetto codice.

Nella terza relazione, ad opera di un notaio attento studioso dei meccanismi di pubblicità immobiliare, viene affrontato il ruolo della trascrizione del vincolo nei pubblici Registri immobiliari e lo speculare problema della opponibilità dei vincoli non trascritti.

Nelle relazioni successive vengono trattate, da parte di notai esperti del settore, che hanno approfondito la materia e le relative questioni, diverse importanti tematiche: innanzitutto quelle poste dalla autorizzazione, denuncia e prelazione nella circolazione dei beni culturali da un lato e dall’altra le conseguenze civilistiche dell’inosservanza delle suddette formalità sul titolo di acquisto, con particolare attenzione ai profili di responsabilità del notaio rogante; al riguardo vengono, in particolare, indagati i confini delle legittime soluzioni “recuperatorie” elaborate dalla prassi notarile.

Indi sono affrontate le delicate questioni attinenti al rapporto tra la vigente normativa urbanistica e i beni culturali da un lato e, dall’altro, le peculiarità dei beni culturali di interesse ecclesiastico, alla luce della specifica normativa che concerne tali beni di cui è ricco il nostro Paese: si pensi agli artt. 18 e 37 della L. 222/1985.

Non poteva poi mancare una specifica considerazione delle questioni inerenti i conferimenti e gli apporti di beni culturali: nella puntuale relazione dedicata a tale aspetto, dopo aver distinto tra conferimento in uso e conferimento in proprietà, ampio spazio è dedicato ai rapporti tra la disciplina propria dei conferimenti e quella concernente la circolazione dei beni culturali, il tutto corredato da una attenta ricognizione delle tecniche operative utilizzate per assicurare la copertura del capitale in caso di esercizio della prelazione artistica.

Il volume contiene altresì una relazione, molto utile nella prassi, tutta dedicata all’individuazione di una serie di clausole contrattuali e relativi adempimenti in relazione alla variegata casistica che si profila in presenza di una vicenda circolatoria concernente un bene culturale ed una relazione dedicata all’utilizzo di “Vincoli in rete”.

Ai profili penalistici e fiscali nella circolazione dei beni culturali, sono infine dedicate due specifiche relazioni svolte rispettivamente dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ferrara e dal Dottore Commercialista già membro della Commissione consiliare “Contenzioso e accertamento” del Cndcec.

Lorenza Bullo
Consigliere di Amministrazione della Fondazione Italiana del Notariato
Notaio in Mira (VE)
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